MELA CONTRO PERA – tutela del marchio famoso

art. di Laura Zanatta – tutela del marchio avanti la Corte di Giustizia UE   Ho sempre pensato che un marchio forte e famoso come #APPLE fosse invincibile.   Per questo motivo la sentenza della Corte di Giustizia europea di ieri mi ha colta di sorpresa.   Ma analizziamo cosa è successo.   La ditta cinese Pear Technologies Ltd ha depositato nel 2014 il marchio europeo figurativo “PEAR”, per le classi di Nizza 9, 35 e 42 (che includono, tra gli altri, prodotti come pc e laptop, e servizi come digital marketing, gestione dati e software). Apple ha proposto un’opposizione contro questo marchio nel gennaio 2015, basata sul suo marchio antecedente e famoso (la mela morsicata).   La Corte d’appello europea sostenne le tesi di Apple, trovando che ci fosse rischio di confusione e sfruttamento del marchio famoso precedente, vista la similarità concettuale tra i due marchi. La Corte argomentò che l’immagine allusiva della pera avrebbe creato un collegamento intellettuale col marchio precedente, a causa dell’unicità e diffusione del marchio precedente (la mela morsicata) tra i consumatori.   Io non sono un giudice (e nemmeno un avvocato se è per questo…) ma in base alle mie conoscenze giuridiche e alla mia esperienza sul campo avrei emesso la stessa sentenza.   Come si può pensare che una ditta che si occupa di informatica e programmi per computer usi l’immagine di un frutto così vicino alla mela senza il sospetto che l’abbia fatto per sfruttare l’appeal del marchio Apple? A me pareva ovvio.   La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha però contraddetto queste argomentazioni e ha quindi annullato la decisione della Corte d’Appello del 18 gennaio 2018 perché, secondo i giudici della Corte di Giustizia, la Corte d’appello fu guidata apparentemente dalla reputazione del marchio precedente. Tuttavia, questa reputazione non doveva essere un fattore rilevante per decidere sulla similarità dei due marchi. Solo se ci fosse stata similarità, la reputazione del marchio precedente sarebbe diventata rilevante ai fini di una connessione possibile tra i due.   Ok, pensiamoci bene. Facciamo finta per un attimo che Apple non sia un marchio famoso (difficile…ma possibile…) e analizziamo a mente fredda i due marchi. Se li compariamo notiamo cosa? Anzitutto notiamo che le parole APPLE e PEAR sono diverse, e quindi non facilmente confondibili, e anche dal punto di vista grafico dobbiamo dire che le immagini sono diverse, non si discute: il marchio PEAR è rappresentato con diversi quadrati stilizzati al suo interno posizionati in modo tale da raffigurare, appunto, una pera, mentre il marchio APPLE è rappresentato da un’immagine di mela unica e piena. Inoltre, la pera non appare morsicata (e ci mancava altro, aggiungo io…).   Nessuna similitudine (nemmeno concettuale) e quindi nessun rischio di confusione in capo ai consumatori, che non verranno indotti a comprare un prodotto PEAR con la convinzione di acquistare un prodotto APPLE.   E il collegamento concettuale tra i marchi? La probabilità di un approfittamento del carattere distintivo e della rinomanza del marchio precedente? Ma soprattutto, l’esistenza di una ragione importante per l’uso del marchio richiesto (la pera per i computer)? Tutte domande presentate alla Corte, la quale però ha tagliato corto stabilendo che, dal momento in cui il motivo relativo alla somiglianza tra i marchi è fondato, la decisione impugnata deve essere annullata senza che sia necessario esaminare le altre istanze.   In sostanza, questa sentenza stabilisce che un marchio, seppur famoso, non è invincibile e rimane sempre valido e direi anzi preminente, il fine ultimo di queste decisioni, cioè evitare il rischio di confusione tra i consumatori e tutelare quindi il mercato economico nel suo insieme.

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